Tu chiamale se vuoi… emozioni

Quest’ultimo anno ha messo a dura prova ogni aspetto della nostra vita, andando a risvegliare un turbinio di emozioni che genera stress e difficoltà di ogni tipo.

Un’emozione è un’esperienza.

Quindi, quando viviamo un’emozione, dobbiamo porre l’attenzione all’esperienza che questa ci provoca. Ora che sono trascorsi diversi mesi dall’inizio della pandemia, molti di noi stanno sentendo il bilancio emotivo dell’incertezza, della preoccupazione e dei cambiamenti drammatici nelle nostre abitudini e nelle nostre vite.

Le emozioni e i sentimenti assumono un ruolo importante nella nostra attività mentale e sociale. Si possono definire come delle reazioni psicologiche e fisiche provate da una persona, che si manifestano intensamente e che sono, in genere, in relazione ad un qualche evento. Abbiamo provato paura di non sapere cosa potrà accadere, rabbia per non aver avuto la possibilità di realizzare un nostro grande progetto personale o professionale. Questo periodo però ci ha fatto riscoprire anche la gioia delle piccole cose, dello stare in famiglia, dell’apprezzare la presenza dei genitori a casa dal lavoro, del riuscire a trascorrere più tempo con chi amiamo.

Gli esseri umani possiedono una serie di emozioni di base presenti fin dalla nascita (innate), che sono la paura, la tristezza, la gioia, la sorpresa e la rabbia. A queste si aggiungono numerose reazioni emotive che vengono acquisite prevalentemente con l’esperienza e con la socializzazione, tra cui, ad esempio, le emozioni di vergogna, imbarazzo, nostalgia, noia, invidia e gelosia.

Esiste uno stretto rapporto tra quasi tutte le emozioni e la loro manifestazione corporea. Le emozioni si esprimono sempre anche con una particolare partecipazione del corpo che viene chiamata “attivazione fisiologica”.

Tale reazione corporea provoca fenomeni come l’accelerazione o il rallentamento del battito cardiaco, la variazione degli atti respiratori, il pallore o il rossore del viso, la sensazione di secchezza in bocca, la dilatazione delle pupille, la sudorazione. Tutte queste manifestazioni del corpo possono accompagnare l’emozione; una volta cessata l’emozione il corpo torna al precedente equilibrio.

Sappiamo tutti come ci si sente ad avere il cuore che batte forte per la paura. Questa risposta fisiologica è il risultato della reazione del sistema nervoso autonomo all’emozione che stiamo vivendo. Il sistema nervoso autonomo controlla le nostre risposte corporee involontarie e regola la nostra risposta di lotta o fuga. Secondo molti psicologi, le nostre risposte fisiologiche sono probabilmente il modo in cui le emozioni ci hanno aiutato a evolvere e sopravvivere come esseri umani nel corso della storia.

La rivalutazione cognitiva

Lo stress acuto a breve termine non è necessariamente negativo e, in effetti, può anche suscitare dei risvolti positivi. Possiamo affrontare i fattori di stress facendo leva sulle nostre risorse personali, ovvero le strategie che ci consentono di adattarci alle nuove condizioni in modo più funzionale.

Attraverso la rivalutazione cognitiva di una situazione emotivamente rilevante è possibile modificare il significato affettivo dell’evento stesso e quindi il suo impatto, il livello di stress che porta e la forza dell’impulso a reagire.

Le emozioni sono alla base della nostra relazione con l’esterno, ci mettono in comunicazione con noi stessi e con gli altri. In un certo senso, sono la nostra “finestra sul mondo” che ci consente di accedere ad alcune dimensioni della nostra esperienza.

Sviluppare, dunque, una competenza emotiva, significa acquisire consapevolezza e responsabilità della propria vita emotiva: vuol dire, cioè, attrezzarsi per riconoscere, valorizzare e guardare alle proprie emozioni senza sopprimerle.

Nel dare forma alla nostra visione del mondo, le emozioni ci consentono di valutare immediatamente le variazioni più o meno improvvise dell’ambiente e di reagire di conseguenza. Vivere e condividere le emozioni non è solo un processo cognitivo ma anche espressivo: è un’azione emotiva che porta alla rappresentazione del nostro “sentire” più intimo e nascosto.

La lettura delle percezioni e dei vissuti emozionali si lega pertanto, al “sentire” delle persone ai tempi del Covid-19 per comprendere gli stati d’animo, le reazioni e costruire dei percorsi di riflessione che possano portare a ripensare alle proprie esistenze.

Alcuni suggerimenti

Nel momento che stiamo vivendo, in cui l’incertezza è una costante, può essere difficile rimanere in sintonia con i nostri sensi di sicurezza e gioia. Fare del nostro meglio per assumerci la responsabilità delle cose che possiamo controllare diventa fondamentale per la nostra salute generale.

Ecco quindi alcuni suggerimenti per aumentare il nostro benessere: limitare l’esposizione alle notizie che possono indurre ad aumentare ansia e stress psico-fisico; riscoprire qualche vecchio hobby che a causa della mancanza di tempo abbiamo messo da parte; dare importanza alle attività cognitive attraverso puzzle o cruciverba, in quanto il cervello tende ad impigrirsi se non lo teniamo attivo; prendersi cura del proprio corpo sviluppando sane abitudini alimentari e programmando un’attività fisica che stimoli il rilascio di endorfine e serotonina, che producono stati di euforia.

Soltanto quando le emozioni vengono ascoltate, riconosciute e nominate, è possibile gestirle in modo adeguato; se invece si diffida di esse e si tenta di oscurarle ed escluderle, rischiano di manifestarsi in maniera inconsapevole, distorta e spesso dannosa all’interno delle relazioni e nei contesti di vita.

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