Quotidianamente nella pratica professionale del podologo è di vitale importanza educare il paziente all’uso e alla scelta della calzatura corretta. Questo è uno dei campi più spinosi in cui addentrarsi per una semplice e pura questione logica, i nostri modelli di piedi sono tutti diversi uno per uno, ma le scarpe sono prodotte in serie e quindi non personalizzabili (a parte qualche piccola eccezione). Oltre a questo, specialmente in Italia, è la moda che fa da padrona nella scelta della scarpa e come tutti sanno spesso moda e comodità sono due linee parallele che non si incontrano mai. Proviamo oggi a dare delle macro regole sulla scelta delle nostre calzature, in modo da avvicinarci più facilmente a quella che può essere considerata la nostra scarpa.
Innanzitutto Identifichiamo dei contesti generali che ci aiutino concretamente ad analizzare la situazione:
- PASSEGGIATA IN PIANO; rientra in questa fascia chi cammina molto sul luogo di lavoro chiuso (ad esempio camerieri e infermieri) fino alla classica passeggiata lunga alla scoperta di una città con terreni semplici duri e lineari. La scarpa d’elezione per questa categoria è la tennis, leggera e dalle linee morbide che specialmente con gli accorgimenti degli ultimi anni delle varie case di produzione svolge un ottimo ammortizzamento, vitale sul lungo periodo per riposare il piede il più possibile durante l’attività e non incombere in situazioni patologiche.
- PASSEGGIATA IN BASSA MONTAGNA; in queste categorie rientrano le camminate fino a 2000 m (dove la vegetazione è ancora presente), con terreni scoscesi e sconnessi. Per questo tipo di tragitto non è la scarpone duro la scelta migliore come molti pensano. Ci sarà sicuramente qualcuno che con il suo scarpone preferito è andato ovunque e non hai mai avuto nulla: premesso che stiamo parlando di macro regole, queste persone rientrano nella categoria “graziati da madre natura”. Per gli altri invece è vivamente consigliata una scarpa da trail con un ottimo fondo vibram per la stabilità in estate, non per forza a collo alto. Siamo abituati a sentirci più protetti e stabili con la caviglia nella scarpa ma è una sensazione tattile, la biomeccanica ci dice che è l’appoggio la discernente in una distorsione quindi talvolta è meglio avere il piede più libero di muoversi e leggero, soprattutto se su terreni diversificati. D’inverno si può prediligere la stessa tipologia ma a collo alto se c’è presenza di neve, oppure può essere ottimale un dopo sci con un’ottima suola specifica per la montagna. Lo scarpone duro (che ritroveremo nella prossima sezione) è decisamente deleterio per i nostri piedi, specialmente in discesa!
- PASSEGGIATA IN ALTA MONTAGNA: la categoria dei coraggiosi (pochi) amanti delle vette, dove la roccia aleggia impervia e il verde scompare (sopra 2500m e oltre). Qui abbiamo bisogno di protezione e sicurezza massima oltre che di un buon isolamento termico. In questo frangente lo scarpone vero e proprio è la calzatura giusta, anche in previsione di dover affrontare scalate o avventure di più giorni. C’è poco da aggiungere e da discutere su quest’ultima sezione, se non qualche piccola avvertenza e accortezza; il piede all’interno dello scarpone deve essere molto fermo, le frizioni e gli sfregamenti che possono avvenire all’interno di questi tipi di scarpa hanno un’alta percentuale di creare lesioni bollose e callosità dolenti, che ci possono far rinunciare alla conclusione della nostra gita oltre a regalarci un terribile ritorno a casa. Quindi assolutamente vietato prendere un numero in più! Anzi, consigliata una doppia calza (una più sottile sotto e una spessa sopra questa) e un pò di cotone inserito all’interno della punta del nostro scarpone!
Il dottor Andrea Di Carmine è a vostra disposizione per indirizzarvi sulla scelta opportuna e vivere con serenità i vostri momenti sportivi!