Stare meglio con le onde d’urto

Le onde d’urto focali, da più di un decennio, vengono impiegate in fisioterapia per alleviare il dolore causato da molte patologie dell’apparato muscolo scheletrico (tendini ed osso principalmente).

Cosa sono?

Le onde d’urto sono onde acustiche di natura meccanica, prodotte da appositi generatori, in grado di propagarsi nei tessuti, in sequenza rapida e ripetuta. Sono caratterizzate da una particolare forma d’onda: prima fase di pressione positiva, seguita da una rapida fase, meno ampia, di pressione negativa, la quale è responsabile degli effetti biologici positivi applicabili in campo terapeutico.

Cosa succede nel corpo?

A livello microscopico, la stimolazione con le onde d’urto è paragonabile ad una sorta di “micro-idromassaggio” profondo sui tessuti e sulle cellule, in grado di indurre queste ultime a reagire positivamente, con produzione di sostanze ad azione antinfiammatoria e di fattori di crescita, che stimolano la rigenerazione dei tessuti stessi, a partire dalle cellule staminali.

Il corpo stesso stimola la riparazione tessutale, dando vita ai sintomi seguenti:

  • Miglioramento della circolazione sanguigna e della neovascolarizzazione;
  • Incremento dei fattori di crescita;
  • Incremento delle cellule staminali mesenchimali;
  • Stimolazione del metabolismo.

Quando si utilizzano?

La terapia a onde d’urto è una tecnica applicabile per una serie di disturbi. Suddividiamo i disturbi in 5 sintomatologie:

  1. Tendini: più frequentemente vengono trattati il tendine di Achille, il tendine rotuleo, il sovraspinato e l’epicondilite laterale;
  2. Ossa: sindrome da stress tibiale mediale e la sindrome dolorosa a carico del grande trocantere;
  3. Disturbi neurologici: può essere utilizzata anche in pazienti con esiti di ictus con particolari condizioni di alterazione del tono muscolare;
  4. Muscoli: trattamento di trigger point e dolori muscolari;
  5. Tessuto connettivo: in particolare fascite plantare, dito a scatto e problematiche a carico del tessuto cicatriziale.

Controindicazioni:

La terapia è sconsigliata nel caso in cui:

  • la zona-bersaglio sia vicina a componenti delicate (encefalo, midollo spinale, gonadi, polmoni e intestino);
  • tumori o infezioni dei tessuti e delle ossa;
  • pacemaker;
  • malattie relative alla coagulazione del sangue;
  • gravidanza.

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