Una madre e una figlia

Cara Emilia,

 ti scrivo perché ho un grosso problema con mia figlia, sedicenne, e non so da che parte girarmi. Lo so, è un’adolescente, e i “grossi problemi” dovrebbero essere considerati come il pane quotidiano, ma la faccenda è davvero spessa e non ho ancora trovato una sponda a cui appoggiarmi. La faccio breve: Maria è appena uscita dalla sua prima vera “storia d’amore” (e come vedrai le virgolette sono un obbligo e non un semplice vezzo) con un coetaneo e compagno di scuola, che è durata poco più di sei mesi. Un tempo abbastanza breve, dunque, ma evidentemente sufficiente per scambiarsi sia promesse di amore eterno sia fotografie di nudo in pose ammiccanti. Almeno tali sono quelle che Maria ha inviato a lui, che naturalmente, non appena la storia è finita per volontà di lei, ci ha messo un attimo a inviarle sui cellulari di un numero imprecisato di compagni di scuola. Una storia come questa è purtroppo sempre più facile sentirla raccontare. Purtroppo Maria è entrata in un forte stato di depressione, ha praticamente smesso di mangiare, non dorme, si è cancellata dai social (dove ovviamente è stata bersaglio di frizzi, lazzi e insulti pesanti), e grazie al cielo che c’è stato il lockdown perché mi ha detto chiaramente che a scuola non ci sarebbe tornata. Io ho cercato prima di tutto di parlare con lei, ma ti confesso che ero così arrabbiata (e forse più depressa di lei) che non credo di esserle stata molto utile. Allora ho cercato la sua migliore amica, la quale, molto seraficamente, mi ha detto che “sono cose che succedono e che Maria non deve prendersela più di tanto perché quando ricominceranno le lezioni la cosa sarà già stata dimenticata”. Detto che io, alla loro età, una migliora amica così l’avrei cancellata dalla mia vita in un quarto d’ora, mi resta comunque la sensazione che considerasse la cosa accaduta come assolutamente “normale” e immeritevole del dolore suscitato in mia figlia. A questo punto sono spiazzata. Con il padre non ho parlato perché già mi prefiguro una reazione tipicamente maschile del tipo “io a quello gli spacco la faccia!” e quindi evito. Ho suggerito a Maria di andare per un po’ in terapia, ma mi ha risposto che non se ne parla. Insomma, Emilia, cosa devo fare?

Grazie per la tua attenzione, Ada

Gentile Ada, la sua lettera ha provocato in me una serie di reazioni, dalle tonalità più scure a quelle più chiare. Una rabbia nei confronti di questi ragazzi, di sesso maschile, che non riescono a tollerare un abbandono e che vigliaccamente reagiscono diffondendo immagini che sono state inviate loro col cuore e sulle ali dell’amore, del sentimento. Così nella sua ingenuità ha fatto sua figlia col suo ragazzo. È vero, il suo atto è stato ingenuo, ma non nascondeva nessuna malizia, nessun calcolo. Solo una buona dose di inesperienza della vita e delle sue cattiverie. E di questo non gliene possiamo certo fare una colpa. La grande tristezza resta nel constatare come l’abc dei sentimenti sia per molti ragazzi totalmente sconosciuto ed è proprio su questo che noi educatori e genitori dobbiamo lavorare con loro per aiutarli. Gli amori vengono e possono purtroppo anche andare. Chi nella vita non è rimasto bruciato da un amore andato male? I distacchi fanno molto male e quanti ne dobbiamo attraversare nel corso degli anni! Sua figlia ha solo bisogno di una madre affettuosa e comprensiva che le stia vicina, che sia una sua alleata, anzi la sua più fiera alleata in questo momento difficile. E che dire della sua amica? Forse il suo realismo che tanto ci colpisce, non va scambiato per cinismo e freddezza, ma solo per un modo un po’superficiale di tamponare l’ansia e l’angoscia di sua figlia nella quale probabilmente si è totalmente identificata… E, forse, non ha poi tutti i torti a dire che, passata l’estate, probabilmente i più se ne saranno dimenticati. La nudità dei corpi oggi non fa più né scandalo né notizia. Tutto viene derubricato alla stregua di merce da consumare. Punto e basta. Dietro non c’è proprio nulla. Quindi nessuno ruberà l’anima di sua figlia, ne sia certa e questa è l’unica cosa che ci deve importare.

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