Confrontarsi coi fantasmi del passato

Gentile Emilia, le scrivo per condividere con lei un pensiero che di tanto in tanto mi sfiora, senza mai giungere ad una soluzione, un superamento.

La domanda è: quanto è giusto che i nostri figli conoscano certi avvenimenti della nostra vita che non abbiamo mai raccontato loro, ma che nella nostra esistenza sono stati importanti? Evidentemente parlo di fatti traumatici, che hanno lasciato un segno, che ci hanno reso in qualche modo quello che siamo diventati, ma che non abbiamo mai condiviso con loro per proteggerli, per paura di traumatizzarli a loro volta.

Forse anche per proteggere noi stessi dal loro giudizio, certo.

Passo alla prima persona singolare.

Il fatto che ha toccato la mia vita è stato un fatto grave, finito sui giornali della mia città; accadde nella casa dove avevo vissuto per cinque anni e che avevo deciso di lasciare per andare a convivere. La prestai ad un’amica e dopo pochissimo tempo successe quello che non avrei mai potuto immaginare.

Sono passati tantissimi anni, ho buttato via i ritagli di giornale che riguardavano quella vicenda e che avevo conservato, ho avuto una vita del tutto normale e serena .

Probabilmente non ne parlerò mai con i figli (il fatto in questione non ha influenzato minimamente la loro vita), ma quando mi capita di ripensare a quei momenti, vivo la mia comprensibile reticenza come una mancanza di trasparenza.

Grazie della sua risposta. Barbara

Cara Barbara, immagino dalla sua lettera quanto questo avvenimento abbia segnato la sua vita. Lo immagino soltanto, non sapendo di cosa si tratta… Si sente poco trasparente con i suoi figli e mi chiede cosa ne penso senza dirmi di cosa si è trattato e che tipo di impatto questo evento ha avuto per lei o, meglio, “su” di lei. Immagino che lei abbia difficoltà a parlarne, anche se sono passati diversi anni, da quanto ho capito. Chissà se quando è accaduto è riuscita a elaborare il trauma. Sembra che lei abbia una ferita ancora aperta, dopo tanto tempo, e penso che, finché non riesce a elaborare l’accaduto, ad accettarlo, nonostante tutto, le sarà difficile parlarne con chiunque, figli compresi. Un giorno, quando sarete tutti più grandi – lei e i suoi figli – troverà sicuramente le parole giuste per confidarsi con loro, o magari solo con uno/una di loro, raccontando, ormai dall’alto dei suoi anni e dell’esperienza umana da lei accumulata, questo segreto ingombrante che si porta dietro.

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